Di Paolo Ceccato
Nel presente articolo, ampi stralci d’autore che disserta egregiamente sulla scomparsa dell’anticonformismo.
Scrive, infatti, il predetto autore: “L’anticonformismo è sparito, non esiste più, non si vede più in giro, se non nelle forme commerciali di maniera, tipo CamdenTown*. Al suo posto, c’è la conformità”.
Più sotto, continua il suddetto autore: “Là dove l’anticonformismo era inclusione, perché contestava sì il cosiddetto conformismo, ma ne condivideva pur tuttavia gli stessi spazi civili, la non-conformità è esclusione, ovvero essere spinto fuori dagli spazi collettivi e di discussione”.
La differenza, spiega il predetto autore, è netta: “Se il conformismo è l’insieme prevalente di opinioni, gusti, abitudini, soggettive e interpretabili… la conformità è un parametro quantificabile, non modulabile, a cui si può corrispondere o meno: o dentro o fuori”.
Più avanti, l’autore introduce nella sua critica un elemento in più, là dove scrive che: “L’anticonformista fu alla fine una funzione dello stesso ordine che contestava, agì nello e per lo stesso spazio commerciabile, promuovendone successo e rendita. Infatti, salvo rare eccezione, l’anticonformista ha fatto carriera”. E qui l’autore lascia trasparire un rancoroso malanimo.
L’individuo non-conforme, al contrario, viene espulso dal mercato e dai suoi spazi, viene bannato, perché esce dal banale** e risulta irriconoscibile. In quanto tale, l’individuo non-conforme è sospetto e civilmente impoverito. Espulso dal parlamento, cioè dal luogo della parola, il non-conforme cade afono, senza voce, né arte, negletto senza alcuna superiorità morale o intellettuale, escluso e nient’altro. Questa, sempre secondo lo stralciato autore, è l’odierna non conformità, quella che ha preso oggi il posto dell’anticonformismo, quale soluzione più pragmatica e, più semplice, quella che elude il dissenso e premia l’obbedienza, ovvero la conformità.
Che dire, se non: volano gli stralci. E che cosa aggiungere, se non invitare alla cautela circa le argomentazioni dell’autore.
– Filosofo, signore?
– Diciamo un osservatore della natura umana – disse Mr. Pickwick.
– Anch’io. Molti lo sono, quando c’è poco da fare e meno da guadagnare. Siete anche poeta?
Charles Dickens, Il Circolo Pickwick, Adelphi, 1965. Vai a Ex Libris.
*Qui l’autore si riferisce probabilmente al quartiere di Londra, CamdenTown, già culla dei movimenti ribelli e punk, oggi triste rivendita di finte cianfrusaglie da ribelle.
** Qui si rimanda a una delle “Altre Storie” dell’autore, Il potere della banalità, avvertendo che la spiegazione lì contenuta non ha né capo né coda.
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