Di Paolo Ceccato
Foto ufficiale dal sito del Parlamento Europeo, all’approvazione per l’avvio del processo di revisione dei trattati UE. Era il 9 giugno 2022.
In riferimento alla seduta in plenaria di oggi, 22 novembre, per votare il trattato della revisione del regolamento dell’Unione Europea.
“E improvvisamente disse quasi tra sé: Si ha una seconda Patria in cui tutto ciò che si fa è innocente”.
Robert Musil, L’Uomo senza Qualità, 1930-1942.
L’innocenza si perde e poi la si rincorre per il resto della vita.
E la si cerca in quell’altrove che è ovunque purché non qui e ora.
Il Muro divideva il mondo in due parti, offrendo a chi stava male da una parte la possibilità di immaginare una Patria di sogno dall’altra.
Ed esso, il Muro, stava lì, eretto alto e impenetrabile, a preservare il sogno.
Lo Stato nazione è una realtà nata dalla storia, dal basso, con tutti i suoi peccati. Ma le colpe sono brutte e con la crisi delle vocazioni non è così facile trovare un confessore che ci assolva.
Eccola, dunque, l’Unione Europea, già patria d’elezione delle élite
rinascimentali, che supera tutte le frontiere, per togliere i peccati dei
nazionalismi (e delle nazionalità) e tristemente destinata a diventare qualcosa di ancor più sanguinoso.
“Europa super patria di sogno. Ma perché una super patria quando si è minacciati di perdere la propria? (…) Europa, questo sogno che io credo non prenderà mai corpo, almeno se si tratta di una libera creazione.
Può prendere corpo, ma solo come una creazione di schiavitù, come la realizzazione di quel sogno mostruoso di dominazione universale che tanti uomini, tanti re, tanti principi, tante guerre hanno accarezzato”.
Lucien Febvre, L’Europa, Donzelli Editore, Roma, 1999 (testi di un corso di lezioni tenute da Febvre al Collège de France nel 1944-45).
Già, perché una seconda patria?
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