We must hold true to that idea of who we are, that vision of kindness, decency, and tolerance that has always been the British way.
Sono le penultime parole dell’ultimo discorso di Rishi Sunak in qualità di Primo Ministro del Regno Unito.
Il problema, e non da poco, è che chiunque abbia un po’ di reminiscenze scolastiche, e considerando anche il nostro Emilio Salgari, con Sandokan e il suo irriducibile avversario, James Brooke, governatore britannico di Labuan, qualcosa di quelle parole non torna proprio. Gentilezza, decenza e tolleranza non sembrano propriamente ciò che il colonialismo e imperialismo britannico hanno lasciato in giro per il mondo. Vero che tutto è opinabile, ma fino a un certo punto.
E allora, perché? Perché un intelligente e colto banchiere, discendente di avi indiani dell’India ex colonia britannica, nonché genero di uno degli uomini più ricchi di quel Paese, perché proprio lui pronuncia senza timori queste parole? E perché, da quanto risulta, nessuno ha fatto notare l’incongruenza di quelle stesse parole?
Eh, bella domanda.
A cui, forse, si può rispondere, per modestia, con un’altra domanda: non sarà che una delle prime vittime della società odierna è proprio quel che, a grandi linee, chiamiamo “verità”?
Ovvero, non sarà che offrire una rappresentazione del mondo gentile, decente e tollerante, non importa se falsa, ma comunque gradevole da immaginare, è oggi il primo e più importante servizio al cittadino consumatore che il cosiddetto “sistema” deve garantire a tutti noi, con indubbio impegno e sicuro successo?
Non sarà che la percezione è molto più gradevole della verità, e anche meno sdrucciodevole, perché facilmente adattabile ai tempi, ai gusti, alle tendenze, ma anche perchè, in quanto servita, sicuramente più confortevole della verità che tende, si sa, a sfuggire al pieno possesso?
Ecco, riascoltando, da questa prospettiva di “servizio al cliente”, le parole dell’ex Primo Ministro Sunak, esse diventano forse più comprensibili. Così come più comprensibile risulta anche che quelle parole non abbiamo fatto alzare alcun sopracciglio. Erano perfette.
Se la percezione ha davvero preso il posto della verità, l’importante è che la percezione procuri piacere, non che sia vera. Il verosimile, si sa, è molto più appagante della verità, come già sosteneva il buon Aristotele: vale di più una bugia verosimile di una verità inverosimile. Giustissimo. E alla erezione di una percezione piacevolmente verosimile, lavorano persone molto competenti: il risultato è garantito.
E la tigre della Malesia può felicemente sonnecchiare tranquilla e sazia, in qualche a suo modo piacevolissimo bio parco.
Post scriptum. Va anche scritto che il buon Rishi Sunak è stato, o è ancora, partner di una società finaziaria che si chiama Theleme Partners. Nome che richiama infelicemente alla mente l’abbazia di Thélema, quella eretta dalla Grande Bestia, al secolo Aleister Crowley, mago, occultista britannico, fu pure alpinista d’un certo rilievo, col motto “fai ciò che vuoi sarà la Legge”.
Nell’abbazia, attiva vicino a Cefalù, Sicilia, si consumarono riti, droghe e orge varie, con grande scandalo degli abitanti del luogo, fino a quando Benito Mussolini, informato, cacciò tutti a pedate via dall’Italia.
Ora, al netto di tutto, e sicuramente inconsapevolmente, cioè senza alcuna relazione effettiva, ma scegliere un tale nome per una società finanziaria significa andarseli un po’ a cercare, i complottisti vari.