Di Paolo Ceccato
Acronimo, non armocromia; ma sta di fatto che DSA, ovvero Digital Service Act, è lo stesso acronimo di DSA: Disturbi Specifici di Apprendimento. E questo vorrà pur dire qualcosa. Gli acronimi, si sa, sono una scienza esatta. E le coincidenze non esistono, come affermano i pendolari.
Anche perché, a ben riflettere, di mancato apprendimento sempre si tratta, con annessi disturbi, alla fonte o alla foce: tutto dipende in che lingua svolgiamo il nostro acronimo DSA: inglese o italiano.
Apprendere è un’evoluzione del prendere, dunque del pollice opponibile, che quindi diventa pensiero opponibile, cioè un pensiero che si oppone a un altro pensiero; sì, insomma, i fondamentali della cosiddetta dialettica, del dialogo socratico, cioè le basi dell’Occidente; dialogo che, senza una opposizione tra dialoganti, perde tutta la sua straordinaria ricchezza. Perché il dialogo, va da sé, non è un monologo. Bensì incontro di pensieri diversi.
Ora, pur al netto del prefisso mono-, cioè di quel tutto uguale che tanto piace ai tempi correnti, sta di fatto che il monologo nasce anche dalla censura, antica e ambita magistratura di Roma repubblicana, adibita al controllo dei costumi altrui.
In saecola saeculorum, dunque, ma il punto è sempre quello, in tutta la sua pedanteria: chi controlla il controllore? quesito sorto, e non a caso, con la censura stessa: Quis custodiet ipsos custodes? sotto forma di Satira del poeta Giovenale.
Già, chi censura il censore dell’apprendimento?
Eh, ma l’errore che disinforma…
Ecco, appunto, l’errore: senza errore non c’è evoluzione, non c’è cammino; non per niente si dice errare, ovvero procedere dove non c’è (ancora) una direzione, cioè un senso; la libertà non è forse (anche) dare un senso alla propria vita, errando? Sbagliando non si impara?
Ebbene, chi è che decide prima che cosa sia errato e cosa no, se “errato” è participio passato di errare e anche la grammatica dovrà pur significare qualcosa, no?
Non sarebbe, la censura, per tornare a ragionare alla mano, come tagliare il pollice per impedire di afferrare qualcosa di sbagliato? Ammesso che funzioni, il punto è: senza pollice opponibile, come faccio a mangiare il pesce con le posate?
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